Qualche tempo fa, vi avevo promesso di raccontarvi de la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari. Poi, presa dalla nostalgia ho deciso di raccontarvi Favole al telefono… E oggi, ho deciso di pescare ancora da questo autore, giornalista, scrittore e vincitore del Premio Andersen (il Nobel della letteratura per l’infanzia) e di parlarvi di Scuola di fantasia. Il libro mi è stato regalato dai miei fratelli per il mio ultimo compleanno, insieme ad altri titoli (io amo ricevere libri in regalo anche se mi è capitato di essere sospettosa nei confronti di non pochi regali ricevuti) di cui vi parlerò presto (fatta eccezione di Harry Potter VIII, visto che ve ne ha già parlato Mari).
Rodri è soprattutto noto come autore di filastrocche e racconti per bambini… molto meno come studioso di problemi educativi. Eppure è stato proprio questo a portarlo alla scuola e da lì al lavoro che sboccherà nelle proposte della Grammatica della fantasia. E l’introduzione di Mario Lodi agli scritti raccolti in questo volume (con riflessioni sulla scuola e sull’educazione) spiega proprio il filo rosso che lega gli articoli, i saggi, gli interventi (pubblicati nell’arco di oltre 20 anni) sul rapporto educativo tra adulti e bambini.
Il testo offre tante proposte concrete per ricongiungersi con la fantasia e con l’immaginazione, grazie al potere liberatorio della parola. Gianni Rodari aveva in mente una scuola nuova e la mostrò quando scrisse la recensione di Cipì, intravedendo nella storia di questo passero eroico la storia di ogni ragazzo, delle sue gioie, delle sue pene e della sua aspirazione alla libertà.
La sua concezione della scuola è che non è solo il luogo dove i bambini imparano e i maestri insegnano, ma uno spazio che comprende tutto: genitori, maestri, alunni, biblioteche, Comuni, televisione… Tutto. Perché tutto è in qualche maniera educante e influisce (in modo positivo o negativo) nelle nostre vite. Ecco perché è necessario accogliere dentro la scuola le passioni, gli interessi, le speranze, i sogni, i progetti, le esperienze di ogni singolo nel modo più democratico possibile anche (anzi forse soprattutto) attraverso il gioco che Rodari elogia in ogni sua componente, come vero e proprio esercizio di fantasia. Cosa farebbe un bambino se avesse in mano un telecomando magico che invece di cambiare canale o far funzionare la tv, può accendere/spegnere e modificare le persone che ci stanno intorno?
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(Scuola di fantasia di Gianni Rodari, pag. 184, Einaudi)