Dopo aver lungamente ripensato al mio ultimo post e a quanto per me sia stato incredibile vedere come le xilografie di Gustave Dorè, nate per illustrare grandi classici della letteratura internazionale, possano magnificamente illustrare una storia costruita immergendosi all’interno delle sue linee e dei suoi chiaro-scuri, ho deciso di ripetere l’esperimento.
Nel senso che sono andata a ripescare un altro libro dai miei scatoloni. E fra i rinvenimenti più interessanti di questi giorni c’è sicuramente “Una storia intricata. Racconti matematici” di Lewis Carroll.
Tutti voi o quasi conosceranno lo scrittore per “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie“, oppure per “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò“… Quasi nessuno, invece, lo ricorda per questa compatta raccolta di racconti, che alcuni ritengono anomala nella produzione dello scrittore perché in questo libro le sue due anime – che Carroll faceva ben attenzione a tenere separate – si sfiorano, o per meglio dire vengono usate insieme. Lewis Carroll, è infatti lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson: scrittore, fotografo, matematico e logico britannico.
Se esaminiamo le dieci storie che compongono la raccolta esclusivamente dal punto di vista letterario è facile trovare molti punti di connessione con le altre opere di Carroll: personaggi assurdi, stravaganze narrative, fantasia senza freni, situazioni fuori dal comune. Ma questa volta sotteso a ciascun racconto c’è un quesito matematico, un problema che il lettore deve risolvere (non siete obbligati e se non ci riuscite, in coda ci sono tutte le soluzioni). Non voglio entrare nel merito di tutto quello che si è detto sui misteri che sarebbero nascosti nelle pagine del capolavoro di Carroll… Certo è che qui non si fa mistero del fatto di aver costruito una storia per “giustificare” sciarade, enigmi, quesiti, problemi… Anzi piuttosto vorrei rassicurare che intende addentrarsi nella lettura dei racconti matematici di Carroll, perché per sciogliere i 10 nodi che Dodgson pone basta il programma di matematica che si svolge alle scuole medie. In più quello che certamente servirà sono anche una buona dose di immaginazione e un’altrettanto sana inclinazione al pensiero laterale… Insomma per dirlo con le parole dei critici che hanno descritto l’opera di Carroll, un certo apprezzamento per il nonsense. Non è un caso allora che i racconti siano stati pubblicati su una rivista per ragazzi, sebbene all’improvviso – e nonostante il loro successo – Carroll ne interrompa la pubblicazione, forse tormentato dalle giustificazioni morali (che Carroll stesso trova nel Vangelo: “Hai nascosto queste cose ai saggi e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” – Luca, 10, 21). Del resto, però, già nelle “Avventure di Alice nel Paese delle meraviglie”, Dodgson ci aveva abituato a giochi matematici (non solo per il gioco complessivo che il Paese delle Meraviglie ingaggia con le regole logiche, linguistiche, fisiche e matematiche del nostro mondo)… Per non parlare del giochino all’inizio del secondo capitolo “Un lago di lacrime” quando Alice si interroga per capire se sia diventata o meno una delle sue amiche.
“A Tangled Tale“, questo il titolo originale dell’opera di Carroll, è un libro da riscoprire… A me in qualche modo ha ricordato un libro che molto tempo fa regalarono a mio fratello “La matematica dilettevole e curiosa” dove fra le tante cose si chiede: “Se un gatto e mezzo mangia un topo e mezzo in un minuto e mezzo… Quanti topi mangiano 3 gatti in 3 minuti”… Simile al «Nodo 1 – Excelsior» di Carroll. Lì due viaggiatori percorrono tra le 3 e le 9 una strada piana, salgono in cima a una collina e poi tornano indietro; la loro velocità in piano è di 4 miglia all’ora, di 3 in salita e di 6 in discesa. Trovare la distanza percorsa e a che ora è stata raggiunta la cima della collina.
Che ne dite?
C
(Una storia intricata. Racconti matematici di Lewis Carroll, Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, pagg.167, € 9)